L’amore come protezione

Appena nasciamo, a garantire la nostra sopravvivenza è l’amore. 
Dobbiamo contare sull’amore dei nostri genitori, della nostra famiglia o di chi ci alleva e si prende cura di noi.
Grazie all’amore avremo la possibilità di crescere, imparare e formare il nostro carattere. Le nostre vite. 
Purtroppo non è sempre così. 
Alcuni bambini nascono e crescono in contesti dove a regnare non è l’amore ma l’odio. Ma la cosa più sconcertante è che tutto questo odio è seminato dalle stesse persone che avrebbero dovuto – con amore – prendersi cura di loro.

L’abito non fa il monaco?

Una delle cose che mi piace di più dei giovani di oggi è che nel loro lavoro sanno mantenere la loro personalità.

Qualsiasi attività facciano la riempiono di disinvoltura e di naturalezza.

Non si nascondono dietro a circostanze o a pregiudizi.

Dal commesso alla dottoressa, dall’idraulico al bancario, è bello osservare come la loro personalità si integra con la professionalità divenendo un tutt’uno.

I giovani badano alla sostanza e non alla forma.

Non temono che un tatuaggio o un piercing possa mettere in discussione la loro preparazione e capacità.

A garantire la professionalità infatti non è una cravatta o un tailleur ma la formazione, lo studio e le competenze che si guadagnano col tempo.

I giovani non valutano la professionalità di una persona guardandola dalla testa ai piedi. E semmai ti osservano in quel modo lo fanno perché sono interessati a qualcosa che indossi.

Si dice che l’abito non fa il monaco ma non è ancora così, ma grazie ai giovani questi detto assumerà la sua verità.

Cooperazione e non competizione

Spesso ci si dimentica che per raggiungere ciò che si desidera non occorre mettersi in competizione e passare sulla testa degli altri per dimostrare che si è più bravi e forti. 
Al contrario la cooperazione favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo e di quello degli altri condividendo insieme i successi ottenuti con una conseguente qualità di vita migliore.

Il trauma e la sua rimozione

La rimozione, che a volte si presenta successivamente ad un evento traumatico, è una protezione messa in atto dalla nostra mente.

Dopo un violento trauma la mente rimuove l’accaduto per permettere al soggetto di continuare a vivere senza che l’evento possa essere d’ostacolo al vivere quotidiano.

Il fenomeno della rimozione è necessario affinché il tempo possa fare il suo corso. Lo stesso vale per i sintomi che si presentano in seguito al trauma.

Ammettiamo che una donna, attraverso una regressione ipnotica o altre modalità, scopra di aver subito una violenza sessuale da parte del padre e della quale non aveva nessun ricordo.
La rimozione in questo caso ha avuto il compito di proteggerla e non farla scivolare in pensieri ed emozioni intensi e controproducenti per la sua esistenza.
La stessa cosa vale per i sintomi da lei presentati: l’odio per il padre e l’ansia provata al suo avvicinarsi, hanno avuto la funzione di proteggerla dal suo orco.

Dunque la rimozione come i sintomi che si presentano in seguito ad un trauma hanno un loro preciso disegno evoluzionistico: proteggerci e garantire la nostra sopravvivenza.

Non è però sempre così. A volte i sintomi possono presentare un “eccesso” di difesa e creare un forte disagio alla persona.

Ritornando all’esempio di prima se la donna, attraverso i sintomi, riversa odio non solo verso il padre ma, per l’effetto “alone”, anche nei confronti di tutti gli altri uomini ecco che allora questo potrà diventare un vero e proprio disagio per la sua esistenza.

È in questi casi che è necessario, se richiesto, un intervento che possa agire sulle dinamiche di rimozione e sugli aspetti di ridefinizione cognitivo-emozionali dei sintomi.

Ho parlato di rimozione e di sintomi conseguenti ad un trauma.
È naturale che l’oggetto del trauma è di fondamentale importanza ed anch’esso nel momento in cui si rivela al paziente va trattato con opportuni strumenti.

Ma l’argomento è molto vasto e va oltre quello che è possibile sviluppare in questa sede.

Rispetto

Rispetto è una delle parole che più amo.
È meraviglioso osservare come alcune persone nelle loro dinamiche di comunicazione e di confronto lo osservano.
Da un punto di vista evoluzionistico ha la funzione di garantire la nostra sopravvivenza perché ci consente di non entrare in conflitto e di rispettarci.
In alcuni popoli è più presente in altri meno.
Sta di fatto che è un valore inestimabile e consente insieme ad altri valori di diffondere Amore in questo mondo che ne ha tanto bisogno.

Credere nel talento

Non smettere mai di credere nelle tue capacità perché i tuoi insuccessi non sempre misurano il tuo talento.

Ad ogni insuccesso analizza bene il perché sia accaduto.

È fondamentale il contesto in cui esprimi il tuo talento e quali sono i parametri di riferimento sui quali ti basi per misurarlo.

Per farti un esempio ti racconto la storia di un giovane chirurgo finita alle cronache alcuni anni fa.
Il medico aveva ideato una nuova tecnica chirurgica che purtroppo nell’ospedale in cui lavorava non era riuscito a metterla in atto.

Per anni provò a dimostrare la validità della sua tecnica anche in strutture diverse ma nessuno credeva nell’intuizione del giovane medico che oramai era considerato un incapace come d’altronde inefficace pensavano fosse il suo metodo.

Nonostante anni e anni di insuccessi, lui non si diede per vinto e decise di partire ed andare in un altro Paese poco distante dal suo stato a presentare la sua tecnica in cui credeva fermamente e giurava a se stesso che nessuno al mondo l’avrebbe fermato.

Oggi è primario del reparto in cui portò il suo metodo. Non solo ma grazie al suo lavoro, l’ospedale in cui opera è divenuto uno dei centri di eccellenza nella sua disciplina.

Cosa ci insegna questa storia?

A credere fermamente nelle nostre capacità e soprattutto a fare attenzione ai parametri di riferimento che adottiamo per valutarle.

Per fortuna il medico era conscio che l’insuccesso che stava vivendo era legato alle credenze dei colleghi e non al suo talento.

Qualsiasi capacità tu abbia, credici sempre. Anche di fronte agli insuccessi perché quest’ultimi possono nascere da un contesto in cui il tuo talento può non essere espresso.

Non è il talento che devi trovare, quello ce l’hai già, ma la strada giusta in cui esprimerlo.
Con affetto. Lino

La magia della parola: Grazie

‘Grazie’ è una parola magica.
Nasce come risposta ad un gesto di gentilezza o di affetto e riempie il cuore di chi la pronuncia e di chi la riceve come dono.
È un segno di gratitudine verso una persona, o l’Universo in tutte le sue forme.
Non costa molta energia pronunciarla ma ne sprigiona tanta da lasciare senza fiato.
Peccato che se ne faccia poco uso.
Buona giornata a tutti e … grazie 😊😊😊

Il bello di un sogno non è raggiungerlo ma costruire la sua realizzazione

Un po’ di anni fa decisi di lasciare una grande azienda per inseguire il mio sogno.
Molti colleghi mi presero per pazzo, altri mi dissero che ero fortunato perché potevo permettermelo. Non per i soldi, si intende, di quelli non ne avevo, ma per le cose che avevo costruito all’esterno.

Ma come spiegarglielo. Proprio io, cresciuto in una famiglia di operai dove si arrivava con difficoltà a fine mese.
Tutto quello che avevo costruito era il risultato di una grande passione e perseveranza.
Avevo realizzato finalmente che tutto ciò che desideri lo puoi realizzare.

Oggi sono felice di aver fatto quella scelta. Ma non mi fermo qui naturalmente.

Sì, perché il bello di un sogno non sta nel raggiungerlo ma nel costruire, giorno dopo giorno, la sua realizzazione.

Impariamo a non giudicare

Impariamo a non giudicare, perché l’idea che noi abbiamo delle persone e dei fatti, non corrisponde sempre a verità.
Prima di esprimere un giudizio, fermiamoci a pensare a tutte quelle volte in cui siamo stati giudicati per cose che in nessun modo avevano a che vedere con la realtà.
Sospendere il giudizio, è un segno di rispetto per se stessi e per gli altri.
E ci rende liberi.

Quando il nostro modo di essere scaccia via i nostri sogni

Spesso i nostri desideri si scontrano con il nostro comportamento e modo di comunicare.
Così ci ritroviamo a inseguire sogni che noi stessi, in modo inconsapevole, scacciamo via dalla nostra vita.
Prenderne atto e mettersi in discussione, è il primo grande passo verso il nostro cambiamento.