Un piccolo Flash sulla Psicochirurgia

Un piccolo Flash sulla Psicochirurgia.
Forse non tutti sanno che a metà del secolo scorso per curare ansia, depressione e sbalzi d’umore, ad alcuni pazienti, veniva praticata L’asportazione di una frazione dei lobi frontali del cervello.

Una sorta di psicochirurgia per intervenire con il bisturi sulle emozioni e i sentimenti dei “malati”.

Il pioniere di questo “ingegnoso” metodo fu il medico portoghese Egas Moniz che, nel 1949, vinse il premio Nobel per la medicina, proprio grazie agli studi condotti sulle tecniche di asportazione dei lobi prefrontali.

L’idea di utilizzare la psicochirurgia, sui suoi pazienti dell’ospedale psichiatrico di Lisbona, gli venne in mente dopo che alcuni ricercatori, attraverso l’asportazione di pezzetti di lobo frontale, riuscivano a far smettere di saltare alcuni scimpanzé da laboratorio.

Il metodo di Moniz fu ritenuto di grande successo e portato in America da un certo Walter Freeman, neurologo della George Washington University.

Quest’ultimo perfezionò il metodo utilizzando uno scalpello (vedi foto) con cui praticava un’incisione all’altezza degli occhi del paziente per accedere ai lobi frontali, mentre allo stesso tempo veniva tramortito con scosse elettriche per anestetizzarlo.

Si calcola che gli interventi eseguiti dal dottor Freeman con questa tecnica furono migliaia. 
I pazienti trattati non erano soltanto depressi o ansiosi, ma anche persone con semplici disturbi di natura comportamentale.

Un caso famoso di psicochirurgia fu quello di Rosemary Kennedy, sorella di John e di Bob Kennedy.

Rosemary era una ragazza molto vivace con un lieve ritardo mentale che le causava qualche difficoltà a scuola. La sua condotta sessuale, inoltre, giudicata un po’ troppo libera e disinvolta per quei tempi, preoccupava il padre, Joseph Kennedy.

Joseph Kennedy temeva ripercussioni negative per la carriera politica che prospettava per i suoi due figli maschi.

Per questo motivo, nel 1941, all’insaputa della moglie, decise di far sottoporre la ragazza a lobotomia.

L’operazione per il padre riuscì perfettamente: Rosemary da quel giorno perse ogni capacità di agire in maniera autonoma. Venne rinchiusa in un istituto per disabili mentali, dove rimase praticamente fino alla morte, avvenuta all’età di 86 anni.

La psicochirurgia non portò molta fortuna ai suoi entusiasti sostenitori.

Moniz venne colpito da una fucilata sparata da un suo paziente che lo costrinse a vivere su una sedia a rotelle.

A Freeman venne revocata la licenza di operare dopo la morte di una paziente colpita troppo pesantemente dallo scalpello del chirurgo.

Per fortuna oggi la psicochirurgia è superata.

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