Il trauma e la sua rimozione

La rimozione, che a volte si presenta successivamente ad un evento traumatico, è una protezione messa in atto dalla nostra mente.

Dopo un violento trauma la mente rimuove l’accaduto per permettere al soggetto di continuare a vivere senza che l’evento possa essere d’ostacolo al vivere quotidiano.

Il fenomeno della rimozione è necessario affinché il tempo possa fare il suo corso. Lo stesso vale per i sintomi che si presentano in seguito al trauma.

Ammettiamo che una donna, attraverso una regressione ipnotica o altre modalità, scopra di aver subito una violenza sessuale da parte del padre e della quale non aveva nessun ricordo.
La rimozione in questo caso ha avuto il compito di proteggerla e non farla scivolare in pensieri ed emozioni intensi e controproducenti per la sua esistenza.
La stessa cosa vale per i sintomi da lei presentati: l’odio per il padre e l’ansia provata al suo avvicinarsi, hanno avuto la funzione di proteggerla dal suo orco.

Dunque la rimozione come i sintomi che si presentano in seguito ad un trauma hanno un loro preciso disegno evoluzionistico: proteggerci e garantire la nostra sopravvivenza.

Non è però sempre così. A volte i sintomi possono presentare un “eccesso” di difesa e creare un forte disagio alla persona.

Ritornando all’esempio di prima se la donna, attraverso i sintomi, riversa odio non solo verso il padre ma, per l’effetto “alone”, anche nei confronti di tutti gli altri uomini ecco che allora questo potrà diventare un vero e proprio disagio per la sua esistenza.

È in questi casi che è necessario, se richiesto, un intervento che possa agire sulle dinamiche di rimozione e sugli aspetti di ridefinizione cognitivo-emozionali dei sintomi.

Ho parlato di rimozione e di sintomi conseguenti ad un trauma.
È naturale che l’oggetto del trauma è di fondamentale importanza ed anch’esso nel momento in cui si rivela al paziente va trattato con opportuni strumenti.

Ma l’argomento è molto vasto e va oltre quello che è possibile sviluppare in questa sede.

Rispetto

Rispetto è una delle parole che più amo.
È meraviglioso osservare come alcune persone nelle loro dinamiche di comunicazione e di confronto lo osservano.
Da un punto di vista evoluzionistico ha la funzione di garantire la nostra sopravvivenza perché ci consente di non entrare in conflitto e di rispettarci.
In alcuni popoli è più presente in altri meno.
Sta di fatto che è un valore inestimabile e consente insieme ad altri valori di diffondere Amore in questo mondo che ne ha tanto bisogno.

Credere nel talento

Non smettere mai di credere nelle tue capacità perché i tuoi insuccessi non sempre misurano il tuo talento.

Ad ogni insuccesso analizza bene il perché sia accaduto.

È fondamentale il contesto in cui esprimi il tuo talento e quali sono i parametri di riferimento sui quali ti basi per misurarlo.

Per farti un esempio ti racconto la storia di un giovane chirurgo finita alle cronache alcuni anni fa.
Il medico aveva ideato una nuova tecnica chirurgica che purtroppo nell’ospedale in cui lavorava non era riuscito a metterla in atto.

Per anni provò a dimostrare la validità della sua tecnica anche in strutture diverse ma nessuno credeva nell’intuizione del giovane medico che oramai era considerato un incapace come d’altronde inefficace pensavano fosse il suo metodo.

Nonostante anni e anni di insuccessi, lui non si diede per vinto e decise di partire ed andare in un altro Paese poco distante dal suo stato a presentare la sua tecnica in cui credeva fermamente e giurava a se stesso che nessuno al mondo l’avrebbe fermato.

Oggi è primario del reparto in cui portò il suo metodo. Non solo ma grazie al suo lavoro, l’ospedale in cui opera è divenuto uno dei centri di eccellenza nella sua disciplina.

Cosa ci insegna questa storia?

A credere fermamente nelle nostre capacità e soprattutto a fare attenzione ai parametri di riferimento che adottiamo per valutarle.

Per fortuna il medico era conscio che l’insuccesso che stava vivendo era legato alle credenze dei colleghi e non al suo talento.

Qualsiasi capacità tu abbia, credici sempre. Anche di fronte agli insuccessi perché quest’ultimi possono nascere da un contesto in cui il tuo talento può non essere espresso.

Non è il talento che devi trovare, quello ce l’hai già, ma la strada giusta in cui esprimerlo.
Con affetto. Lino

La magia della parola: Grazie

‘Grazie’ è una parola magica.
Nasce come risposta ad un gesto di gentilezza o di affetto e riempie il cuore di chi la pronuncia e di chi la riceve come dono.
È un segno di gratitudine verso una persona, o l’Universo in tutte le sue forme.
Non costa molta energia pronunciarla ma ne sprigiona tanta da lasciare senza fiato.
Peccato che se ne faccia poco uso.
Buona giornata a tutti e … grazie 😊😊😊