Appena nasciamo, a garantire la nostra sopravvivenza è l’amore.
Dobbiamo contare sull’amore dei nostri genitori, della nostra famiglia o di chi ci alleva e si prende cura di noi.
Grazie all’amore avremo la possibilità di crescere, imparare e formare il nostro carattere. Le nostre vite.
Purtroppo non è sempre così.
Alcuni bambini nascono e crescono in contesti dove a regnare non è l’amore ma l’odio. Ma la cosa più sconcertante è che tutto questo odio è seminato dalle stesse persone che avrebbero dovuto – con amore – prendersi cura di loro.
L’abito non fa il monaco?
Una delle cose che mi piace di più dei giovani di oggi è che nel loro lavoro sanno mantenere la loro personalità.
Qualsiasi attività facciano la riempiono di disinvoltura e di naturalezza.
Non si nascondono dietro a circostanze o a pregiudizi.
Dal commesso alla dottoressa, dall’idraulico al bancario, è bello osservare come la loro personalità si integra con la professionalità divenendo un tutt’uno.
I giovani badano alla sostanza e non alla forma.
Non temono che un tatuaggio o un piercing possa mettere in discussione la loro preparazione e capacità.
A garantire la professionalità infatti non è una cravatta o un tailleur ma la formazione, lo studio e le competenze che si guadagnano col tempo.
I giovani non valutano la professionalità di una persona guardandola dalla testa ai piedi. E semmai ti osservano in quel modo lo fanno perché sono interessati a qualcosa che indossi.
Si dice che l’abito non fa il monaco ma non è ancora così, ma grazie ai giovani questi detto assumerà la sua verità.
Cooperazione e non competizione
Spesso ci si dimentica che per raggiungere ciò che si desidera non occorre mettersi in competizione e passare sulla testa degli altri per dimostrare che si è più bravi e forti.
Al contrario la cooperazione favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo e di quello degli altri condividendo insieme i successi ottenuti con una conseguente qualità di vita migliore.